Persone invece che App: quando a vincere sono le relazioni umane
In un mondo in cui tutto sembra andare verso una sempre maggiore distanza tra le persone, sempre più spesso sostituite da assistenti vocali, app e pagine web che offrono consulenze e acquisti facili e veloci; dove la diffidenza verso il prossimo, la paura degli altri e l’isolamento sembrano essere la direzione da seguire, il tema delle relazioni tra le persone, di costruzione di rapporti di fiducia e di conoscenza tra individui è di grande attualità e deve far riflettere. Nella vita quotidiana così come in quella professionale, dove – e basta leggere i principali quotidiani per rendersene conto – regna una diffusa sfiducia delle persone verso figure come quelle degli intermediari o dei consulenti. Le scelte degli italiani in tema di gestione del proprio risparmio, del resto, sono piuttosto indicative e confermano questa tendenza: il 40% decide in maniera autonoma e un 39% tramite informal advice, vale a dire attraverso i consigli di amici, vicini di casa, parenti; solo il 20% si fa assistere da un professionista (Rapporto Consob, 2019).
L’importanza della componente relazionale
Un quadro che denota chiaramente come manchi, nel mondo del lavoro, una fiducia generale nelle figure professionali e specializzate da parte di un pubblico che preferisce di gran lunga affidarsi alle proprie competenze – che spesso risultano assolutamente insufficienti, come si apprende altrettanto frequentemente dai media – o al consiglio dell’amico piuttosto che al consulente che avrebbe a disposizione.
Manca, molto semplicemente, la componente relazionale, ossia quella volontà – e capacità – di costruire un rapporto interpersonale costruttivo e duraturo nel tempo, che porti le persone a incontrarsi, parlare, confrontarsi, condividere esperienze e informazioni.
Cosa che, invece, in un mercato sempre più incerto e concorrenziale da un lato, e saturo di soluzioni dall’altro, è ciò che fa davvero la differenza. Perché oggi non contano più solo le competenze tecniche, che ovviamente ci vogliono, ma servono anche altre abilità che consentano di percepire una reale differenza di valore: quelle umane e relazionali.
Il ruolo del consulente
Solo il consulente che ha conoscenza e competenza della materia che tratta, fatta di specializzazione, analisi, percorsi educativi, approcci e metodologie ma, al contempo, dispone anche di capacità relazionali e comunicative, riesce davvero a conquistare la fiducia di chi ha di fronte. E diventare suo partner di vita. È questo il nostro concetto di Consulente NEXT. Ed è questa la nostra idea di consulenza di valore. Una consulenza che diventa olistica. Perché solo attraverso il rapporto tra le persone, si impara a conoscerle, a capire le loro esigenze, gli interessi, le aspettative, la realtà che le circonda e ad aiutarle quindi a orientarsi, a prendere consapevolezza di quali possano essere le scelte migliori in rapporto agli scenari possibili e ad acquisire quelle conoscenze utili a cambiare certi comportamenti e a fare scelte corrette. Che vadano oltre un prodotto specifico, ma portino benessere. A 360°.
Pensiamo che questo sia il futuro della nostra professione, e forse in controtendenza rispetto ai trend del mercato e della società, l’unico approccio, a nostro avviso, vincente e di valore per tutti.