PMI e Passaggio Generazionale
di Francesca Pavesi
| Persone |
L’importanza di una pianificazione successoria
Eredità disperse
Il tema del passaggio generazionale nelle aziende familiari è di grande attualità in tutto il mondo, in particolare nel nostro Paese, dove circa l’85% delle PMI sono di tipo familiare e dove solo il 28% di esse sopravvive alla seconda generazione e addirittura appena il 9% alla terza. Il motivo di questa incapacità di mantenere una continuità di family business è da ricercarsi principalmente nella mancanza di una pianificazione successoria adeguata, mancanza dovuta a motivi in parte culturali e in parte burocratico-organizzativi.
Azienda – 4 min di lettura
L’importanza di una pianificazione successoria
Eredità disperse
Il tema del passaggio generazionale nelle aziende familiari è di grande attualità in tutto il mondo, in particolare nel nostro Paese, dove circa l’85% delle PMI sono di tipo familiare e dove solo il 28% di esse sopravvive alla seconda generazione e addirittura appena il 9% alla terza. Il motivo di questa incapacità di mantenere una continuità di family business è da ricercarsi principalmente nella mancanza di una pianificazione successoria adeguata, mancanza dovuta a motivi in parte culturali e in parte burocratico-organizzativi.
Pianificare correttamente e per tempo una successione in azienda significa, infatti, innanzitutto avere consapevolezza del problema e di come affrontarlo.
Pianificare correttamente e per tempo una successione in azienda significa, infatti, innanzitutto avere consapevolezza del problema e di come affrontarlo.
Un tema sottovalutato
Un processo complesso e poco sviluppato in Italia. Nel nostro Paese c’è, infatti, una forte tendenza degli imprenditori-capi famiglia a rimanere alla guida delle proprie imprese fino a un’età avanzata – secondo l’ISTAT la programmazione della successione è consapevolmente affrontata ben dopo i 60 anni di età dell’imprenditore – e, sempre stando ai dati AUB-ISTAT, solo il 9% delle imprese italiane che dovrebbe cambiare leadership nei prossimi 5 anni, sembra dare a questo aspetto un’importanza strategica e di queste pochissime dichiarano di avere un piano formale per il passaggio generazionale.
A questo aspetto culturale, si aggiunge una difficoltà organizzativa che spesso fa da freno: una corretta pianificazione successoria comporta, infatti, dover affrontare un processo articolato e complesso, della durata di anni, che coinvolge l’intera struttura aziendale, prevede un affiancamento generazionale e una formazione specifica nei confronti dei giovani imprenditori, finalizzata da una parte a colmare il gap cognitivo con la generazione precedente, dall’altro a rendere consapevoli le nuove leve sulle difficoltà e le sfide che le aspetteranno una volta che saranno alla guida dell’azienda.
Un tema sottovalutato
Un processo complesso e poco sviluppato in Italia. Nel nostro Paese c’è, infatti, una forte tendenza degli imprenditori-capi famiglia a rimanere alla guida delle proprie imprese fino a un’età avanzata – secondo l’ISTAT la programmazione della successione è consapevolmente affrontata ben dopo i 60 anni di età dell’imprenditore – e, sempre stando ai dati AUB-ISTAT, solo il 9% delle imprese italiane che dovrebbe cambiare leadership nei prossimi 5 anni, sembra dare a questo aspetto un’importanza strategica e di queste pochissime dichiarano di avere un piano formale per il passaggio generazionale.
A questo aspetto culturale, si aggiunge una difficoltà organizzativa che spesso fa da freno: una corretta pianificazione successoria comporta, infatti, dover affrontare un processo articolato e complesso, della durata di anni, che coinvolge l’intera struttura aziendale, prevede un affiancamento generazionale e una formazione specifica nei confronti dei giovani imprenditori, finalizzata da una parte a colmare il gap cognitivo con la generazione precedente, dall’altro a rendere consapevoli le nuove leve sulle difficoltà e le sfide che le aspetteranno una volta che saranno alla guida dell’azienda.
Pianificazione successoria significa adottare una strategia precisa a medio-lungo termine affinché il passaggio generazionale non impatti negativamente sull’impresa, ma diventi un’opportunità per trasferire non solo quote e ruoli ma anche know-how, valori e posti di lavoro. Significa garantire la continuità aziendale e una sostenibilità sociale importante per l’economia del Paese.
Pianificazione successoria significa adottare una strategia precisa a medio-lungo termine affinché il passaggio generazionale non impatti negativamente sull’impresa, ma diventi un’opportunità per trasferire non solo quote e ruoli ma anche know-how, valori e posti di lavoro. Significa garantire la continuità aziendale e una sostenibilità sociale importante per l’economia del Paese.
Come gestire il passaggio?
Ovviamente quello della pianificazione successoria è un processo pluriennale, in cui entrano in gioco numerosi fattori – fiscali, amministrativi, giuridici, economici, legali – senza trascurare quelli emotivi, psicologici e relazionali tra le persone coinvolte, che vedono sovrapporsi la realtà familiare con quella aziendale.
La normativa italiana mette a disposizione dell’imprenditore diversi strumenti che possono essere utilizzati per assicurare un efficace passaggio generazionale e una trasmissione efficiente del patrimonio – dalla holding di famiglia al trust ai contratti di affidamento fiduciario – ma non sempre sono conosciuti e non sempre si è in grado di sfruttarli nel modo corretto o più efficiente.
Come gestire il passaggio?
Ovviamente quello della pianificazione successoria è un processo pluriennale, in cui entrano in gioco numerosi fattori – fiscali, amministrativi, giuridici, economici, legali – senza trascurare quelli emotivi, psicologici e relazionali tra le persone coinvolte, che vedono sovrapporsi la realtà familiare con quella aziendale.
La normativa italiana mette a disposizione dell’imprenditore diversi strumenti che possono essere utilizzati per assicurare un efficace passaggio generazionale e una trasmissione efficiente del patrimonio – dalla holding di famiglia al trust ai contratti di affidamento fiduciario – ma non sempre sono conosciuti e non sempre si è in grado di sfruttarli nel modo corretto o più efficiente.
Un network di professionisti
È qui che entra in gioco, con un ruolo chiave nella gestione del passaggio generazionale, il consulente patrimoniale, una figura che, lavorando in sinergia con i diversi professionisti che partecipano, ciascuno con le proprie competenze, alla gestione del patrimonio, è in grado di offrire una consulenza olistica che copre tutti i molteplici aspetti legati alla pianificazione successoria. Grazie alle competenze emotive sviluppate nel suo ruolo, il consulente patrimoniale è in grado di comprendere e, se possibile, aiutare i protagonisti a superare le difficoltà legate alla sfera affettiva tanto presenti nelle circostanze del trasferimento di un patrimonio aziendale.
Un network di professionisti
È qui che entra in gioco, con un ruolo chiave nella gestione del passaggio generazionale, il consulente patrimoniale, una figura che, lavorando in sinergia con i diversi professionisti che partecipano, ciascuno con le proprie competenze, alla gestione del patrimonio, è in grado di offrire una consulenza olistica che copre tutti i molteplici aspetti legati alla pianificazione successoria. Grazie alle competenze emotive sviluppate nel suo ruolo, il consulente patrimoniale è in grado di comprendere e, se possibile, aiutare i protagonisti a superare le difficoltà legate alla sfera affettiva tanto presenti nelle circostanze del trasferimento di un patrimonio aziendale.
La Consulenza Patrimoniale come servizio
“In Leonardo Assicurazioni abbiamo lanciato, poco più di un anno fa, il servizio di Consulenza Patrimoniale, che va ad affiancarsi agli altri nove servizi che l’azienda offre. L’obiettivo è realizzare la mission familiare attraverso la protezione, la valorizzazione e la trasmissione del patrimonio in assenza di conflitti. Il nostro consulente patrimoniale è un professionista certificato che accompagna le persone nel percorso di pianificazione e gestione patrimoniale – dalla “mappatura” delle singole esigenze, all’individuazione delle problematiche, fino alla definizione degli strumenti più adatti in ogni fase del percorso – supportato da un network di professionisti esperti nei diversi ambiti che una gestione del patrimonio comporta” spiega Stefano Collarile, Responsabile del servizio.
“Le leggi, infatti, cambiano, le esigenze personali possono variare, quindi servono una serie di specialisti esperti nelle diverse materie, coordinati dal consulente che, come un direttore d’orchestra, conosce il suono complessivo dell’opera ma anche tutte le singole parti che la compongono e le caratteristiche di ogni strumento”. È proprio in quest’ottica che Leonardo Assicurazioni ha stretto una serie di partnership con diversi professionisti, quali ad esempio il commercialista Niccolò Di Bella, Amministratore delegato di Nest Srl.
Non solo patrimonio ma anche saperi
“Oggi quando si parla di passaggio generazionale spesso si pensa solo alla trasmissione del patrimonio ma in realtà c’è anche un profondo sapere, costruito negli anni, che va trasmesso” spiega Di Bella. “Un sapere fatto di molteplici competenze che nel tempo sono aumentate, si sono evolute e sono diventate più trasversali, e questa fluidità in azienda porta a una complessità maggiore nella trasmissione. Spesso poi le aziende non hanno più una leadership piramidale, bensì circolare, altro aspetto che rende meno lineare e facile il passaggio da una generazione all’altra. In questo contesto ancor di più la figura del consulente patrimoniale come punto di riferimento di un network di specialisti acquista una valenza sempre maggiore”.
La Consulenza Patrimoniale come servizio
“In Leonardo Assicurazioni abbiamo lanciato, poco più di un anno fa, il servizio di Consulenza Patrimoniale, che va ad affiancarsi agli altri nove servizi che l’azienda offre. L’obiettivo è realizzare la mission familiare attraverso la protezione, la valorizzazione e la trasmissione del patrimonio in assenza di conflitti. Il nostro consulente patrimoniale è un professionista certificato che accompagna le persone nel percorso di pianificazione e gestione patrimoniale – dalla “mappatura” delle singole esigenze, all’individuazione delle problematiche, fino alla definizione degli strumenti più adatti in ogni fase del percorso – supportato da un network di professionisti esperti nei diversi ambiti che una gestione del patrimonio comporta” spiega Stefano Collarile, Responsabile del servizio.
“Le leggi, infatti, cambiano, le esigenze personali possono variare, quindi servono una serie di specialisti esperti nelle diverse materie, coordinati dal consulente che, come un direttore d’orchestra, conosce il suono complessivo dell’opera ma anche tutte le singole parti che la compongono e le caratteristiche di ogni strumento”. È proprio in quest’ottica che Leonardo Assicurazioni ha stretto una serie di partnership con diversi professionisti, quali ad esempio il commercialista Niccolò Di Bella, Amministratore delegato di Nest Srl.
Non solo patrimonio ma anche saperi
“Oggi quando si parla di passaggio generazionale spesso si pensa solo alla trasmissione del patrimonio ma in realtà c’è anche un profondo sapere, costruito negli anni, che va trasmesso” spiega Di Bella. “Un sapere fatto di molteplici competenze che nel tempo sono aumentate, si sono evolute e sono diventate più trasversali, e questa fluidità in azienda porta a una complessità maggiore nella trasmissione. Spesso poi le aziende non hanno più una leadership piramidale, bensì circolare, altro aspetto che rende meno lineare e facile il passaggio da una generazione all’altra. In questo contesto ancor di più la figura del consulente patrimoniale come punto di riferimento di un network di specialisti acquista una valenza sempre maggiore”.